giovedì 12 settembre 2013

Nasce FOOD SHARING a Ragusa: LOTTA ALLO SPRECO DEI PRODOTTI ALIMENTARI

La lotta alle povertà e la costruzione di un’economia alimentare più equa passa attraverso la lotta allo spreco di cibo: un terzo di quello prodotto nel mondo va perso durante la catena di lavorazione o a livello domestico. Cifre abnormi, imbarazzanti, soprattutto se rapportate al fatto che sono sempre di più le persone, tra cui molti bambini, che muoiono di fame o che vivono di stenti. Buttare cibo in spazzatura non solo è un spreco, inqualificabile dal punto di vista etico e sociale, ma significa anche prosciugare e inquinare la Terra inutilmente, riempendola di rifiuti. Paradossalmente, e in modo amaramente ironico, la nostra epoca non è soltanto quella degli sprechi e delle diseguaglianze sociali, ma anche quella in cui le tecnologie consentono la migliore conservazione e trasportabilità dei cibi. Non solo, c’è anche internet. Ridurre lo spreco diventa dunque possibile. Come? Donando agli altri il cibo, ancora perfettamente commestibile, invece di gettarlo nella spazzatura. Il tutto in modo facile e gratuito, sfruttando le potenzialità della rete, con un semplice click. Nasce così il food sharing, che significa appunto condividere il cibo: quello che non si riesce a consumare, magari perché invenduto, prodotto o acquistato in eccesso, purché sia ancora buono e perfettamente commestibile. Nato in Germania su iniziativa di Valentin Thum e Stefan Kreutzberg , il food sharing sta diventando un fenomeno sempre più diffuso in rete. La novità del Food Sharing è proprio quella di utilizzare la piattaforma digitale come luogo fisico di scambio tra soggetti che hanno delle eccedenze alimentari e soggetti disposti a consumarle. L’iniziativa è aperta ai privati ma mira a coinvolgere anche grande distribuzione, ristoratori e produttori agricoli che possono trovare, nella piattaforma, una valida alternativa alla pattumiera. I panettieri potrebbero proporre il pane del giorno prima, i macellai gli ultimi tagli di carne e i ristoranti gli avanzi ancora buoni di matrimoni e banchetti, etc.. Vale naturalmente il principio che ciò che si scambia deve essere in buone condizioni. Foodsharing fa diventare il cittadino l’asse della bilancia, spostando il peso della responsabilità della lotta allo spreco dalle istituzioni locali al singolo. Come funziona il foodsharing? Basta registrarsi sul sito. Tutti possono farlo liberamente, negozi di alimentari, supermercati, bar, ristoranti, panifici, produttori agricoli, associazioni di volontariato, onlus e semplici cittadini . Una volta iscritti al sito, donatori e beneficiari potranno mettersi in contatto attraverso un sistema di messaggistica interna per concordare le modalità di consegna/ritiro. In cambio di nulla. Il servizio infatti non prevede una registrazione a pagamento e il cibo è scambiato gratuitamente. Anche a Ragusa sarà presto attiva una piattaforma digitale per evitare lo spreco. Iscrivendosi al sito, ogni ragusano potrà finalmente trovare un’alternativa alla pattumiera e postare la propria offerta di cibo – anche minima – e la data di scadenza. Ci saranno due modi per partecipare attivamente al progetto: utente di base e volontario. L’utente di base potrà condividere prodotti alimentari tramite il sito, come donatore o beneficiario.Se per qualcuno non è abbastanza condividere, sarà possibile partecipare come volontario. Si tratterà di promuovere l’iniziativa di foodsharing nel proprio quartiere, nella propria cerchia di amici e conscenti, contribuendo con passaparola, volantini, etc.. Una volta partito il progetto in rete, ogni quartiere della città potrebbe dotarsi un punto di food sharing, un posto dove gli abitanti del quartiere possano conferire il loro cibo in eccesso, donarlo o scambiarlo con altre persone. In un momento storico in cui anche la nostra comunità, quella che era l’isola nell’isola, soffre tremendamente sotto i colpi della crisi, un’iniziativa come questa, che coniuga lotta allo spreco e lotta alla povertà, non può che sucitare interesse e partecipazione.  Prima di buttare cibo ancora perfettamente commestibile nella spazzatura proviamo quindi a vedere se c’è qualcuno disposto a ritirarlo e consumarlo. Non costa nulla, ci vuole solo un pò di buona volontà e una buona dose di senso civico. Condividere è meglio di sprecare!!!
Paolo Frasca